PRIMA LA VOCE …. Romanzo giallo romantico di Maddalena Mantovani
Commento di Elisa Zoppei
Essendomi sempre occupata di lettura a voce alta nei miei percorsi professionali, Il titolo mi ha avvinta, attratta, incuriosita, ancor prima di cominciare a leggere il romanzo. A p 69 si legge: “ La voce è lo specchio dell’anima …è l’elemento chiave per l’affermazione della propria identità e per costruire l’immagine che ognuno vuole dare di sé. È la voce a comunicare chi siamo, e il modo di parlare di una persona rivela molto della sua personalità e anche dei suoi fini. La voce di Jacopo, morbida e pacata le comunicava sicurezza. Le faceva l’effetto di un elisir…” Condivido appieno e per esperienza aggiungo che è la voce a dare l’anima alle parole, a vestirle di vita e di senso.
Il romanzo si apre con un evento che annuncia un radicale cambiamento nella vita della protagonista, Emma, giovane donna veronese in procinto di laurearsi con una tesi sull’arte pittorica del Caravaggio, che da qualche settimana sa di aspettare un figlio dall’uomo di cui si è innamorata. È profondamente felice di accogliere il frutto di un amore meraviglioso, nato mesi addietro durante una visita all’antico palazzo romano della famiglia Doschi, mentre ammirava nella galleria allestita a pinacoteca alcune delle più suggestive opere caravaggesche. Si era sentita completamente incantata dal timbro pacato e avvolgente della voce guida maschile che le parlava all’orecchio, e illustrava nei singolari particolari il quadro della Maddalena penitente, come se svelasse a lei sola i segreti che avevano reso così grande e inimitabile il grande artista cinquecentesco.
Il destino volle che quel giorno inciampasse su un tappeto, procurandosi una dolorosa distorsione alla caviglia e tornasse a casa con un biglietto di scuse che la invitava a tornare a Roma, firmato Jacopo Doschi. La voce, quella voce che l’aveva penetrata, era la sua. Una volta a casa scoprirà che questo Jacopo Doschi uno dei figli della potente blasonata famiglia romana, aveva trentasei anni, era un affermato professionista anche all’estero ed era sposato con un bella donna raffinata, docente universitaria di architettura, appassionata di arte orafa e di gioielli: Caterina Leonardi. Ma nulla aveva fermato Emma dal suo bisogno di rivedere l’uomo, di risentire la sua voce armoniosa e sexy e dando retta solo al suo cuore, eccola a Roma, eccola all’ingresso di Palazzo Doschi ed ecco l’uomo dei suoi sogni venirle incontro. Da lì era partita la loro storia d’amore, un idillio continuo, iniziato con il dono galante di una rosa, condito di tonnarelli cacio e pepe da Osvaldo sull’Aventino e continuato giorno dopo giorno fra un invito e l’altro, chiacchierate confidenziali, fino ad arrivare al primo bacio. seguito da tanti altri e tanto di più. Sono passati sei mesi ed ora lei aspetta un bambino.
È una storia d’amore che ci seduce piano piano, raccontata con finezza stilistica con garbo empatico che rende il lettore partecipe e lo predispone a intrufolarsi nell’intreccio. Emma è il personaggio centrale e si rivela sempre presente e dolcemente premurosamente preoccupata per il suo stato di dolce attesa anche in mezzo al tragico imprevisto della morte improvvisa di Caterina Leonardi, un omicidio che scatena un insieme di sospetti: Jacopo è uno dei maggiori indiziati. Sulla pista delle indagini condotte con perizia e realistica lungimiranza, incontriamo un Commissario donna, una figura anticonvenzionale, unica nel suo genere, che suscita ammirazione e fiducia. Infatti sa vedere oltre le apparenze quando sulla scena del delitto accanto, a Jacopo e ai suoi fratelli Francesco e Matteo, tutti sotto la lente dei possibili assassini, appaiono tante altre donne affascinanti, indipendenti o provate dalla vita. Tutti i personaggi, maggiori e minori, che popolano il romanzo hanno il loro momento espressivo che li identifica nelle loro peculiari caratteristiche
Emma in particolare come è giusto, essendo in ansia per l’uomo che ama talvolta forse la sentiamo un po’ invadente nel tirare i fili della sorte con supposizioni ispirate dal corso degli eventi e che non approdano alla verità dei fatti. Ma dimostra di saper vivere in modo positivo il suo ruolo di donna innamorata che con forza e coraggio, crede in Jacopo, si sente privilegiata dalla vita perché porta in grembo un figlio suo. Allo stesso modo anche noi lettori assistiamo allo svolgersi delle vicende sentendoci coinvolti nelle indagini, nei sospetti, congetturando una fine che vorremmo felice.
È legittimo porsi questo interrogativo in quanto l’andamento narrativo non prevede un procedimento sequenziale della trama, ma ci fa tornare indietro per riprendere il filo dell’ordito e risistemare l’avvicendarsi delle situazioni. Grazie dunque a una scorrevole arguta vena narrativa, il lettore segue il dipanarsi della storia sempre presente a ogni scoperta, a ogni indizio, a ogni sospetto, procedendo con fervore emotivo verso quel finale “E vissero contenti e felici” che tutti ci auguriamo. Sarà così?
Ai nostri lettori ogni sorpresa…
Buona lettura.
N.B. Il libro può essere prenotato presso le librerie di Verona e provincia, oppure più facilmente acquistabile on line da Amazon,.
Note biografiche
Maddalena Mantovani (1973) è laureata in giurisprudenza e lavora nella Pubblica amministrazione. Ama, in modo particolare, viaggiare, leggere, scattare fotografie e collezionare segnalibri. Vive a Verona e scrive racconti fin da quando era un’adolescente. Prima la voce è il suo romanzo d’esordio. Parlando con lei si viene a sapere che è nata a Siracusa da papà Reginaldo, allora in trasferta per lavoro in Sicilia dove ha conosciuto la bellissima Carmen, si sono innamorati e sposati. Ambedue i genitori le hanno trasmesso, fin dalla primissima infanzia, l’amore per i libri e la lettura. È cresciuta fra i libri, dice, frequentando la libreria a della zia Marilena, sorella della madre, rilevata dalla Mondadori e diventata la più importante di Messina. Nei suoi ricordi affiorano scaffali colmi di libri che l’avevano deliziata in ore e ore di lettura. Fu presa ancor giovanissima dalla passione di scrivere e i genitori le regalarono una Olivetti Lettera 12, sui tasti della quale, giocando a cambiare i finali delle storie, compose i suoi primi racconti. Ne ha pubblicato qualcuno On line (Sito: Bravi Autori.it). La passione continuò a crescere dentro di lei fino ad approdare al suo primo romanzo, una storia d’amore tramata di giallo, permeata quindi di suspense, capace di catalizzare la curiosità del lettore dalla prima all’ultima pagina.