Metafora
a cura della Prof.ssa Elisa Zoppei
La parola “metafora” deriva dal greco meta phérō, che significa “porto fuori ”. Trasporto
È una delle più usate e forse abusate figure retoriche[1] . Comporta il trasferimento di significato di un termine con un altro in una frase, mirato a creare immagini di forte carica espressiva. Con le metafore sostituiamo un termine proprio con uno evocativo e solitamente il secondo termine si connette al primo tramite un rapporto di parziale sovrapposizione semantica.
Mediante una metafora si carica la frase di un forte effetto evocativo emozionale per dare al linguaggio, per lo più poetico, ma non solo, un maggior valore semantico.
Umberto Eco, dice che la metafora, non serve solamente per stupire o abbellire, ma, soprattutto, ci fa conoscere nuovi aspetti delle cose, stimola la nostra riflessione su opposizioni e analogie fra le cose.
Esempi di utilizzo della metafora in una frase.
“Daniele è un orso.” Con questa frase non stiamo presentando il nostro orso Daniele. Daniele è un soggetto di sesso maschile, che probabilmente è un tipo scontroso e ha dei modi un po’ rudi. L’immagine evocativa dell’orso rende bene e in maniera molto più espressiva, il fatto che Daniele sia una persona scontrosa e goffa.
La metafora in questo caso è la parola orso che si va a sostituire ad aggettivi quali scontroso, schivo, rude e così via.
“Luisa è un fiore.” Con questa frase, intendiamo dire che Luisa è una donna graziosa. fresca e bella. Gli aggettivi sono stati sostituiti con fiore, perciò l’immagine evoca l’dea di freschezza, bellezza, delicatezza.
Nel verso “Anche un uomo tornava al suo nido”, tratto dalla poesia X agosto, Giovanni Pascoli con il termine figurato nido, evoca un’immagine di casa, focolare, dimora, un luogo di appartenenza dell’uomo, che, non è un uccello, e fa ritorno alla sua dimora..
Un altro esempio molto noto di metafora lo possiamo trovare nel componimento di Giacomo Leopardi, L’infinito, dove nell’ultimo verso leggiamo: E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Il termine metaforico qui è mare, dal momento che non si sta parlando davvero di una distesa di acqua, ma dei pensieri e dei sentimenti del poeta.
Altro esempio di metafora è il componimento Ho sceso dandoti il braccio, la poesia che Eugenio Montale dedica alla moglie scomparsa. In questo testo al verso 3 si legge: Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il termine viaggio è usato come metafora, dal momento che è riferito alla vita che il poeta e la moglie hanno trascorso insieme.
Ma forse per spiegare bene la metafora conviene affidarci alle meravigliose pagine de Il postino di Neruda, un romanzo del 1986 firmato da Antonio Skármeta, dal quale nel 1994 fu tratto il film Il Postino (diretto da Michael Radford con Massimo Troisi e Philip Noiret).
Nel libro, Pablo Neruda pronuncia la frase “Il cielo sta piangendo.”, per dire che sta piovendo, e usa un’immagine molto suggestiva per spiegare in modo semplice le metafore al suo amico postino.
Altri esempi di metafore sono:
- “Figlia dell’aria” e il corrispettivo “figlia del limo” per indicare la cicala e la rana ne La pioggia nel pinetodi D’Annunzio.
- “Ali maligne”, “meridiane di morte”, “nuvole di sangue” metafore con cui Quasimodo descrive gli aerei nei combattimenti bellici in Uomo del mio tempo.
- “Il fior de’ tuoi gentili anni caduto” per indicare la gioventù in In morte del fratello Giovannidi Foscolo; la primavera fiorita come metafora della gioventù è una metafora tradizionale, usata anche da Leopardi (per esempio in A Silvia).
- Il “gorgo” che chiude Verrà la morte e avrà i tuoi occhidi Cesare Pavese.
- “Aia azzurra” per il cielo ne Il gelsomino notturnodi Pascoli.
- La caduta dell’aquilone come metafora dell’infanzia mozzata dalla morte ne L’aquilonedi Pascoli.
- “D’umiltà vestuta”: le parole con cui Dante descrive la “donna sua” in Tanto gentile e tanto onesta pare.
Metafore dantesche
“Pianeta che mena dritto altrui per ogne calle” per indicare il Sole, che in senso allegorico è la luce che guida al bene («dritto»), a Dio.
“Ch’ad aprir l’alto amor volse la chiave”, in cui si coglie l’immagine della chiave che chiude il cuore.
I poteri della metafora
La metafora, a partire dalla poesia primitiva, produce un linguaggio denso di immagini di grande efficacia psicologica ed evocativa.
Lo studio delle metafore presenti nell’opera di uno scrittore rivela il sotterraneo meccanismo dei suoi collegamenti associativi e l’ambito specifico in cui opera.
La metafora nasce dal confronto tra due immagini e traduce le astrazioni dell’intelletto attingendo al patrimonio linguistico culturale del soggetto.
Per produrre metafore occorre mettere in moto la fantasia che, nuotando attraverso il mare dell’esperienza quotidiana, pesca modi, immagini ed eventi e li coniuga in modi nuovi,inediti originali.
Nell’esperienza persone, oggetti, eventi, situazioni, relazioni, ogni cosa e gli stessi nomi delle cose causano sensazioni che attraverso la parola si trasformano in emozioni la cui espressione verbale si arricchisce di volta in volta di metafore
Metafore di uso ordinario
“Avere le mani bucate” per indicare chi spende troppo e senza controllo,
“Andare a letto con le galline” per dire di chi si corica presto la sera
“Metterci una pietra sopra” per chiudere un diverbio
Un gioco che si usa nei corsi di scrittura creativa: dall’oggetto alla metafora
OGGETTTI METAFORE LIBRO amico fedele amore notturno cespuglio spinoso parola viva tenera carezza faro nella notte FORBICI parole taglienti separazione fine ferita taglio interruzione ACCENDINO scintilla inaspettata idea illuminazione lampo nel buio PENNA narratore felice allegria festa raduno creatrice di mondi motore del cuore
[1] La Retorica è l’arte di usare le parole per abbellire un’espressione, un testo poetico o letterario